Per quell’estate aveva deciso di trascorrere un pò di tempo con la famiglia nella vecchia casa dei nonni,al paese, poi sarebbero partiti per il mare.Ci ritornava raramente da quando non ci abitava più nessuno e si tratteneva per poco tempo…ormai era diventata una seconda casa, un lusso, un bene non indispensabile ma non aveva mai avuto il coraggio di venderla.Con che cuore vendere il passato dei genitori, il ricordo delle sue vacanze da bambina, il luogo dove affondavano le radici di almeno tre generazioni?Entrare dalla porta della casa nel vicolo al n. 8 era sempre stato un tuffo in un’altra dimensione:la grande cucina con il camino e la parete con i piatti appesi,la sala da pranzo dove c’erano la televisione e la cristalliera da guardare solo da lontano;i soprammobili decisamente retrò e una quantità industriale di oggetti curiosi,ancora il salotto con le poltrone di finta-pelle color mattone accostate alla scrivania di noce in stile anni ’30, unico pezzo superstite dell’arredamento originario.
C’erano dei progetti su quella casa…per esempio ridipingere le pareti con colori più allegri e spostare qualche mobile e mettere delle tende colorate per cambiare l’atmosfera un pò severa e malinconica che ormai regnava tra quelle mura.
L’anno successivo sarebbe ritornata armata di tutto l’occorrente e con queste ferme intenzioni ripartì per il mare con la famigliola.
In una mattina qualunque della sua vacanza a colazione all’improvviso la radio diede la notizia “terremoto” …lì proprio al paese dei nonni!Nessuno dei parenti rispose alle sue telefonate così decise di tornare.
Dopo un viaggio interminabile tra mille deviazioni raggiunse la meta, arrivò nei punti dove erano allestiti i soccorsi e riuscì finalmente ad incontrare alcuni pareti ancora atterriti dall’evento ma salvi.In parte sollevata dal rivedere visi familiari si diresse nonostante i divieti verso il vicolo,verso la casa!
Appena era rimasta traccia della strada principale poi lì dietro il muro della bottega dove le case erano tutte appiccicate al posto delle finestre con i vasi di basilico sui davanzali trovò solo muri squarciati, pareti divelte e polvere.Facendo zig-zag tra le macerie cercò il n. 8 ma si fermò un paio di ingressi più avanti perchè di quella casa che lei stava cercando ne era rimasto in piedi solo il muro della facciata.In pochi minuti era scomparsa l’intera storia di una famiglia e lei ne era rimasta l’unica custode, l’unica che avrebbe ricordato la quotidianità di un passato sparito per sempre.
Rimase ancora al paese ad aiutare chi voleva ricominciare, sapeva che la vecchia casa non sarebbe stata più ricostruita, le era rimasta solo una tazzina sbeccata che aveva trovato tra le macerie.
Mete non so se hai voluto usare realtà e fantasia per costruire questa storia, o quanto c’è di te come esperienza. Comunque hai scritto un bel raccontino leggero e pieno di speranza. Brava davvero. 😉
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Sono molto contenta che ti sia piaciuto, ti ringrazio tanto.Posso dirti che ci ho messo una certa parte di me, un pò di fantasia e un pò di realtà.
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